Ciao,
per i contratti a uso abitativo, esistono due tipologie di regimi di tassazione: quello naturale e la cedolare secca.
Una volta appurato questo, è necessario scoprire per quale conviene optare.
Come si fa, quindi, a individuare quale sia il regime migliore per la propria situazione?
L’unica soluzione possibile, abbastanza semplice, è quella di fare una vera e propria simulazione della tassazione che otterresti in un caso o nell’altro.
Simulare la tassazione della cedolare secca non è complesso:
devi prendere il canone annuo di locazione indicato sul contratto d’affitto e applicare l’imposta del 21%.
Nessuna deduzione o sconto.
Individuare la tassazione ordinaria, invece, è un po’ più complesso.
Questo per 2 ragioni:
devi tenere conto dell’imposta di bollo e di registro, non previste per la cedolare secca;
devi effettuare una simulazione della dichiarazione dei redditi, poiché l’Irpef dovuta sul canone di locazione varia in base al tuo reddito complessivo.
Prendiamo in esame quest’ultimo punto con un esempio:
un soggetto che percepisce anche redditi da lavoro dipendente, vedrà applicarsi sul contratto di locazione un’aliquota Irpef marginale, data dalla sommatoria dei redditi da lavoro e da locazione.
Questa aliquota sarà, di sicuro, più alta rispetto a quella della cedolare secca.
L’unico caso in cui l’applicazione dell’Irpef risulta più conveniente rispetto alla cedolare secca è quando ci sono rilevanti oneri, deducibili e detraibili, da sfruttare in dichiarazione.
Grazie a questi oneri, come, ad esempio, quelli legati alla ristrutturazione o alla riqualificazione energetica dell’edificio, puoi arrivare ad abbattere anche di molto la tassazione legata all’Irpef.
Speriamo che il consiglio ti sia stato utile per scegliere la soluzione più adatta a te.